Artravelling: 01/09/09 - 01/10/09

mercoledì 30 settembre 2009

Spagna d'autunno: II tappa... Avila

La seconda tappa del nostro viaggetto è stata Avila, una gran bella città fortificata, con una cinta di mura medioevali perfettamente conservata. La città in se non offre moltissimo e sinceramente ho preferito Segovia anche se Avila ha un paio di frecce al suo arco non indifferenti. Prima di tutto ha uno spaccio di churros che è la fine del mondo, è giusto un baracchino ma la qualità più che ottima!


Il baracchino si trova in Paseo del Dos de Mayo che si raggiunge facilmente una volta usciti dalle mura proseguendo dritti per Calle del Duque de Alba. E' un'esperienza unica di piacere all'ingrasso. Per il resto, poche, pochissime tapas... solo ristoranti piuttosto costosi e poco invitanti (con sulla porta dei buttadentro che lasciamo perdere). Alcune delle specialità sono a base di carne, molto buona in questa regione, ma nei vari ristoranti non abbiamo visto nulla che ci ispirasse...


Abbiamo comunque trovato un posticino accogliente che serviva ottimi calamares in Calle del Marqués de Benavites, all'uscita nord di Plaza Mayor. Posto molto semplice con prezzi giusti e camerieri gentili e disponibili. Purtroppo non ricordo come si chiamava. Da provare la specialità di Avila, yemas de Santa Teresa, una sorta di tuorlo d'uovo dolcissimo, molto particolare.


Per concludere Avila vale una visita, soprattutto per il suo romantico aspetto rosato al tramonto, per il giro sulle mura e una visita notturna, grazie alla favolosa illuminazione. Per il resto direi che è inutile fermarsi più di qualche ora. Noi l'abbiamo fatto ma solo perchè la camera dell'albergo aveva una doccia 3mx3m!!! :P


Prossima tappa Salamanca... e lì è stato un degenero di locali e ristoranti!!!






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lunedì 28 settembre 2009

Spagna d'autunno: I tappa... Segovia

Eccoci ritornati dalla Spagna e come sempre un pezzettino del nostro cuore è rimasto là, in uno dei tanti bar tapas, davanti a una caña fria e a una revuelta de gambas (a cui dedicherò presto un bel post fotografico mmmh). Comunque il viaggio è andato splendidamente e tutto è filato liscio (dando merito al super lavoro di organizzazione :)
Per dirla in breve volo Bergamo-Valladolid, noleggio auto e via partenza per un tour della Castilla y Leon, nelle sue tappe fondamentali Segovia, Avila, Salamanca e infine Valladolid.


La nostra primissima tappa è stata Cuéllar, paesino a una mezz'ora da Valladolid, per mangiarci in pace qualche panino davanti al suo bel castellone, l'aria che si respira è di assoluta tranquillità.


Segovia è invece una bella città, con un centro storico adorabile da girare a piedi, in cui tutte le attrazioni si raggiungono nel giro di cinque minuti. Persino la cartina è inutile, è impossibile perdersi e se succede basta guardare in alto e la cupola della cattedrale da le giuste indicazioni.


Segovia sembra una mandorla alle cui estremità si trovano un bel castello, che sembra uscito da una fiaba e dall'altra un acquedotto romano imponente, mentre al centro spicca la cattedrale con le sue guglie. Per il resto è un insieme di viuzze caratteristiche in cui bisogna stare attenti a non essere investiti, visto che se appena appena passa una macchina sicuro che va a forte velocità...


Il ponte romano non ci ha particolarmente impressionato forse perché da lì parte uno stradone di negozi, fast food dall'aria troppo moderna e un po' chiassosa che stonava decisamente con l'aria placida del resto della città.


Il castello invece merita una visita anche all'interno (€4) per ammirare le belle stanze decorate e la vista spettacolare verso la vallata a 180gradi.


Come hotel abbiamo scelto qualcosa di speciale, per celebrare come ad Arcos della Frontera una seratina con vista sulla valle sottostante. Il posto non ha tradito le aspettative e la terrazza della stanza ci ha permesso di passare la serata ad ammirare le stelle nel silenzio più completo (e senza ambulanze soprattutto :P) La foto sotto da un'idea precisa di quello che vedevamo...


Riguardo alla vita notturna e alla comida, Segovia offre qualche locale veramente interessante, ambiente rilassato e giovane dove mangiare tapas e bere bene senza spendere un patrimonio. Dalla cattedrale oltrepassando la plaza mayor si trova Calle del Cronista Lecea dove si trovano locali per iniziare la serata e tapear. Poi addentrandosi in Calle della Herreria si possono trovare locali più adatti a una serata, frequentati da spagnoli, piccoli ma accoglienti. Quello che abbiamo trovato più carino è stato la Copa Bruja. Comunque basta fare pochi metri per trovarne altri altrettanto accoglienti.


Da Segovia siamo ripartiti con calma verso Avila di cui posterò qualche foto nei prossimi giorni.



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martedì 15 settembre 2009

Torta di Pesche con Crema Cotta


Ultimamente le riviste di cucina mi annoiano. Forse ne ho lette troppe. Purtroppo non riesco a non comprarle perché mi piace troppo svaccarmi sul divano quando torno dal supermercato e sfogliarle. Comunque questo mese su salepepe c'è questa ricettina, questa torta succulenta, e ho dovuto subito ritagliarla e prepararla.

Oltre ad essere troppo buona, penso si possa fare con qualsiasi tipo di frutta... e magari anche con le gocce al cioccolato!!! La parte che preferisco è sicuramente la base, niente biscotti sbriciolati e burro, ma una vera minitorta abbastanza consistente da resistere al peso della crema cotta.

Ingredienti

per la base
80g di farina
60g di burro ammorbidito
60g di zucchero
5g di lievito in povere vanigliato
un uovo
un pizzico di sale

per la crema
500ml di latte fresco
500ml di panna fresca
200g di fecola
130g di zucchero
4 uova
3 pesche (volendo pesche noci)

Preparazione

Montare il burro morbido con lo zucchero, incorporare un uovo, la farina, il lievito e un pizzico di sale. Risulterà un composto cremosissimo. Versare l'impasto in uno stampo rotondo del diametro di 22cm rivestito di carta forno umida e cuocere per mezz'ora a forno caldo 150°. Sfornare e lasciar intiepidire.


Nel frattempo preparare la crema. In un pentolino scaldare il latte, la panna, lo zucchero e la fecola con una frusta; cuocere la crema su fiamma bassa per 3-4 minuti, finché non si è addensata. Lasciarla intiepidire, incorporare le uova usando un cucchiaio di legno, due pesche tagliate a dadini. Quando la crema sarà fredda versarla sulla base già cotta, livellare e infornare per un'ora sempre a 150°. Una volta cotta lasciarla raffreddare, porla in frigo per almeno 8 ore. Decorare con la pesca rimasta tagliata a fettine sottili.

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mercoledì 9 settembre 2009

Orzo al profumo di Grecia

Per accompagnare verdure o pesce grigliato, ma anche da solo, sul pane tostato, o sulle patate lessate, l'orzo si accompagna benissimo con la salsina tipica greca rendendola corposa. E pensare che non sono mai stata in Grecia...



Ingredienti

100g di orzo perlato
5 cucchiai colmi di yogurt greco
un cetriolo
un pomodoro
uno spicchio d'aglio
3 cucchiai di olio evo
qualche foglia di menta
sale e pepe

Preparazione

Cuocere l'orzo in abbondante acqua salata per mezz'ora, scolarlo bene e condirlo con olio evo. Sbucciare il cetriolo, eliminare i semi e tagliarlo a cubetti, salarlo e fargli perdere l'acqua di vegetazione. Tritare l'aglio e le foglie di menta molto sottili. Mettere tutto insieme, salare, pepare e servire con pomodoro a fettine.

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martedì 8 settembre 2009

Croustades Salmone e Pioppini

Ora che fa fresco e si può usare il forno in libertà continuano le prove con le paste friabili. Oggi è la volta della pasta brisée, che non ho mai amato molto, tranne quando si riesce a tirarla sottile sottile.
Usando stampini piccoli o medi si riesce tirarla di uno spessore di pochi millimetri, anche se, dico la verità, qualche volta mi mangio la farcia e avanzo il contenitore :P In questo caso la farcia è piuttosto saporita, quindi nell'insieme ci sta bene.

Ingredienti

per la pasta brisée
250g di farina bianca
150g di burro a cubetti
un cucchiaino di sale
un pizzico di zucchero
un uovo
1 cucchiaio di latte (facoltativo)

per la farcia
un trancio di salmone
200g di pioppini
una tazzina di vino bianco
ricotta salata
prezzemolo e basilico
uno spicchio d'aglio
olio evo
sale e pepe

Preparazione

Preparare la pasta brisée versando la farina a fontana su un piano di lavoro. Mettere al centro il burro, l'uovo, il sale e lo zucchero lavorandoli con la punta delle dita. Aggiungere il latte nel momento in cui la pasta comincia a restare insieme, formando una palla di pasta liscia e omogenea. Lasciare la pasta in frigo per almeno mezz'ora prima di usarla.


Foderare gli stampini tirando la pasta molto sottile, bucherellarne il fondo con una forchetta e cuocere in forno già caldo a 180° per 15 minuti, lasciar raffreddare. Cuocere al vapore il salmone con gli aromi preferiti, sminuzzarlo con una forchetta e metterlo sul fondo degli stampini. Pulire i pioppini tagliando le radici e lavandoli sotto l'acqua corrente.


In una padella scaldare tre cucchiai d'olio con l'aglio, aggiungere i pioppini e farli insaporire per qualche minuto; salare, pepare, unire il mix aromatico fresco, irrorare con il vino (o con il sake se si vuole un profumo un po' diverso) e lasciar cuocere nella loro acqua per venti minuti. Farcire gli stampini, una bella grattugiata di ricotta salata e servire, sia tiepidi che freddi.
Se si ha fretta si può usare il trancio di salmone in scatola.

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lunedì 7 settembre 2009

Caserecce con Sugo di Polpo Saporito

Adoro il polpo in tutte le salse ma è la prima volta che lo uso per condire la pasta. Questo sugo mi è piaciuto perché diventa scuro scuro, con sapore intenso e sta benissimo con le caserecce. Attenzione però a non farlo raffreddare perché questa pasta tende ad assorbire tanto l'umidità risultando asciutta.

Furbamente con questa quantità di sugo ci ho condito 500g di pasta per dar da mangiare a cinque persone e il risultato è stato un po' povero, come da foto...

Ingredienti per quattro persone

360g di caserecce
un polpo medio (circa 400g)
200g di polpa di pomodoro
2 spicchi d'aglio
1/2 bicchiere di vino bianco
trito fresco di basilico, prezzemolo e
maggiorana
un peperoncino
olio evo
sale e pepe

Preparazione

Lavare il polpo, batterlo per sfibrarlo, eliminare interiora e patina viscida, infine tagliarlo a pezzi da un centimetro. In un tegame capiente scaldare quattro cucchiai d'olio con l'aglio, unire il trito di profumi e il peperoncino. Dopo un minuto unire i pezzi di polpo, lasciarli insaporire, irrorare con il vino fino ad evaporazione, infine unire la polpa di pomodoro, salare, pepare e lasciar cuocere a fuoco medio per almeno mezz'ora, finché il sugo non prenderà un bel colore bruno.


Cuocere le caserecce in abbondante acqua salata, scolare al dente e farle saltare nel sugo per un minuto. Servire subito.

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mercoledì 2 settembre 2009

Piadina di Kamut "Bianca" con Rucola

Adoro la piadina, soprattutto a pranzo! Mi piace la comodità di scartare la confezione, buttarla in padella e farcirla con tutto quello che è avanzato in frigo nel week-end. Tempo fa avevo trovato in un supermercato le piadine già pronte con la farina di kamut, il cui gusto a mio parere si adatta perfettamente perchè è un pò più corposo di quella tradizionale.
Purtroppo tra l'aggiunta di lievito, strutto e di qualche altra cosa industriale sono impossibili da digerire. Così mi sono comprata la farina di kamut , ho provato a farle in casa e il risultato è veramente ottimo, sia come consistenza che come digeribilità.
Questa farina si ottiene con una varietà di grano duro proveniente dall'Egitto e il suo poetico nome significa "anima della terra". A detta dei nutrizionisti è una farina molto digeribile che contiene parecchie sostanze positive per l'organismo, come il selenio. Il suo contenuto di glutine inoltre la rende facilmente lavorabile quando si impasta e si ottiene un impasto corposo che si stende perfettamente. (fonte Wiki)

Ingredienti per 2 piadine

150g farina di kamut
1 cucchiaino scarso di sale
4 cucchiai di olio d'oliva
acqua tiepida qb

4 fette spesse di mozzarella per pizza
8 fettine sottili di brie
rucola in abbondanza

Preparazione

Setacciare la farina di kamut, unire il sale, l'olio e iniziare ad impastare, formando tante briciole. Aggiungere l'acqua tiepida, poco alla volta e impastare velocemente con una forchetta fino ad ottenere una consistenza soda e un pò appiccicosa. Lavorare la pasta per circa dieci minuti, aggiungendo un poco di farina se necessario. L'impasto che ne risulta deve essere molto liscio e non appiccicoso; dividerlo in due e stenderlo sottile fino a formare due fogli di pasta rotondi spessi pochi millimetri, grandi circa 25cm. Lasciarli riposare per una mezz'oretta
al caldo coperti da un panno.


Accendere il forno a 250°, lasciando all'interno una teglia bassa antiaderente o una pietra per pizza e lasciarla scaldare molto bene. Quando è ben calda, farci scivolare sopra la pasta (io ho usato un tagliere in legno tipo paletta per pizza) precedentemente bucherellata con una forchetta, e lasciarla cuocere per cinque minuti (anche meno) e poi girarla. La prima impiegherà un poco di più a cuocere rispetto alla seconda, per cui basteranno anche solo due minuti da entrambe le parti... Tagliare la mozzarella a listarelle sottili e farcire le piadine appena sfornate, unendo anche il brie e infine la rucola. Le piadine una volta raffreddate e poste in contenitori ermetici durano qualche giorno. Per farle "rinvenire" basta una padella antiaderente molto calda e una farcitura molto abbondante :)

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martedì 1 settembre 2009

Angoli di Parigi: le Musée Rodin

Il museo di Rodin è uno dei miei posti preferiti a Parigi. La prima volta che lo visitai, tantissimi anni fa (sono dodici oramai), rimasi colpita sia dall'artista che dallo splendido giardino che coronava come un gioiello l'esposizione permanente, costellato da alcune delle sue opere più belle.


Quando mi sono trasferita in città ne ho fatto una meta ogni volta che avevo voglia di leggere un libro e rilassarmi in pace all'ombra dei suoi alberi.


Ritornarci quest'anno dopo anni di assenza mi ha fatto ritrovare quelle belle sensazioni di pace e freschezza. Rispetto ad allora le cose sono un pò cambiate: al posto del simpatico omino in divisa che salutava al portone d'ingresso (l'ingresso al giardino era gratuito o costava 5Fr) ora si trova un tecnologico atrio in vetro e cemento, che ha sventrato una delle antiche costruzioni, con tanto di minuziosa perquisizione. Fortunatamente il parco è rimasto identico, con il suo prato all'inglese, le statue, le sedie a sdraio sotto gli alberi...


Consiglio di visitarlo per tre motivi: Lo splendido museo di Rodin e le opere di Camille Claudel sua allieva ed amante; il giardino che si può girare pagando solo un euro e farci una comodissima pennichella per riposare i piedi stanchi; infine vi si può acquistare un biglietto comulativo per il museo d'Orsay facendo poca coda, grande risparmio di tempo soprattutto ad agosto (14€)!


Infine dopo il giro ci si può dirigere verso Rue Bonaparte per mangiarsi un perfetto croissant di Hermé, occhio che è chiuso per due settimane ad Agosto, come l'abbiamo trovato noi. Certo abbiamo ripiegato su Ladurée, pasticceria storica sulla stessa via, ma solo per assistere quanto sia possibile a questo mondo tirarsela tanto solo perchè di mestiere si impacchettano macarons!!!


Musée Rodin - 79, rue de Varenne - 75007 Paris
Aperto tutti i giorni tranne il lunedì, dalle 9.30 alle 17.45

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