Artravelling: 01/01/09 - 01/02/09

domenica 4 gennaio 2009

Gugelhupf di castagne

Il Gugelhupf è un dolce, o meglio una grossa brioches, dalla forma caratteristica data da uno stampo particolare, famosa in Germania e in Francia perchè ha origine proprio al confine tra i due paesi.

Una leggenda francese narra che questo dolce è stato inventato dai Re Magi per ringraziare un pasticcere della sua gentile ospitalità ed ha la forma dei loro copricapi. Anche Maria Antonietta, affascinata dalla simpatica forma, lo fece diventare un dolce di gran moda alla sua corte.
Esistono tre stampi originali per questo dolce, uno assomiglia moltissimo al pandoro ma con il buco nel mezzo. Per questa versione ho sfruttato uno stampo in silicone. Come prima esperienza con questo materiale devo dire che è andata benissimo; senza imburrarlo o infarinarlo il dolce si staccava perfettamente ed è stato impiattato senza difficoltà lasciando la superficie perfetta!

Ingredienti

120g zucchero
120g farina 00
80g farina di castagne
80g burro
una bustina di lievito vanigliato
2 uova
2 tuorli
zucchero a velo

Preparazione

Montare le uova, i tuorli e lo zucchero fino a formare una spuma chiara e morbidissima. Setacciare le farine e il lievito ed aggiungerle alla crema lentamente, in modo che non si smonti. Unire il burro fuso a temperatura ambiente. Se l'impasto è troppo compatto aggiungere un paio di cucchiai di latte. Versare il composto in uno stampo e infornare a 180° per una mezzoretta. Lasciarla raffreddare bene prima di servirla, per sentire bene l'aroma di castagne, e spolverarla di zucchero a velo.



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giovedì 1 gennaio 2009

Brioches di capodanno

Il Natale scorso mi sono regalata il libro di Donna Hay e me ne sono letteralmente innamorata. Queste briochine arrivano da una delle sue deliziose ricettine.


Ingredienti

1 cucchiaino e mezzo di lievito di birra secco
1 cucchiaino di miele
60ml di latte tiepido
135g di farina 00 setacciata
1 cucchiaino di zucchero o più
1 uovo
90g di burro ammorbidito
granella di nocciole

Preparazione

Mettere il lievito, il miele in una tazza con il latte tiepido e lasciarlo riposare per qualche minuto. Inizierà a fare una leggera schiuma in superficie segno che sta lavorando. Setacciare la farina in un biellino di vetro con lo zucchero ed unire il latte iniziando ad impastare con una forchetta. Unire l'uovo e quando è perfettamente amalgamato, impastare con il burro ottenendo una pastella liscia molto appiccicosa e lucida. Mettere l'impasto in una ciotola unta d'olio di semi e farla lievitare in un luogo caldo finchè non raddoppia di volume. Per rendere più semplice la cottura ho riempito con l'impasto dei pirottini per muffins, decorare la superficie con la granella di nocciole, lasciando lievitare ancora per una ventina di minuti. Infornare a 190C° per 15 minuti, fino a completa doratura. Queste brioches sono quasi una base neutra con un prevalente gusto di burro, quindi è consigliabile sceglierlo di qualità. Si possono mangiare tiepide o fredde, al naturale o farcite con la nutella o marmellata.

Brioches capodanno

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NightLife a Zaragoza

La vera attrazione di Zaragoza è la vita notturna con il suo famoso tapeo. Tutto gira intorno alla zona de "El Tubo". Qui si possono trovare una marea di localini graziosissimi che da una certa ora in poi emanano profumini invitanti e un armonioso chiacchiericcio di sottofondo che ti attira come un flauto per il cobra...



Partendo da Calle de la Libertad, girando per Calle Estebanes, Calle del Cuatro Agosto e rispettive traverse, si comincia a fare la conoscenza del Barrio del Tubo. Ogni localino è un'occasione per gustare birra gelata o vino accompagnate dalle specialità culinarie scegliendo tra piccole porzioni di tutto quello che si vuole assaggiare.


Davvero buonissimi sono il pulpo speziato, i calamares, la carne mechada ma soprattutto i pinchos, formati da una fetta di baguette freschissima con ogni tipo di condimento, pesce o carne che sia. In alcuni locali questi stuzzichini sono compresi nel prezzo della prima consumazione, in altri si pagano al pezzo che normalmente non supera i €2.


A noi son piaciuti molto La tasquilla de Pedro, la Bodegas Almau, ma tutta la zona è ricchissima e dalle 20 in poi c'è solo l'imbarazzo della scelta.
Finito di girare per localini, se si vuole terminare la serata con un po' di musica rock, senza la presenza di turisti ma circondati da spagnoli festanti, si può fare una puntatina al Refugio del Crapula, dove è possibile sentirsi per un attimo tamarri cantando Ace of Spades dei Motorhead.

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Zaragoza la regina delle tapas

Zaragoza per noi è stata una piacevolissima scoperta, stava lì, tra Madrid e Barcellona, due città con nomi tanto famosi e altisonanti, che quasi passava inosservata. Eppure in questa piccola città, tanto sgarruppata e provinciale hanno inventato le tapas, o meglio il vero ir de tapas a zonzo per locali, che a ogni pinchos devi cambiar.

L'aeroporto di Saragozza è nuovo nuovo e accoglie praticamente solo voli ryanair e poco altro. Si trova a soli dieci chilometri dalla città, ma prendendo l'autobus ci vogliono circa 45/50 minuti di viaggio, causa di una ventina di fermate in una zona industriale praticamente in mezzo al nulla.
Durante il tragitto passiamo accanto a uno dei centri commerciali più grandi d'Europa, tanto che le varie zone commerciali sono servite da una specie di trenino sopraelevato. Davvero impressionate.


L'autobus ci lascia in Paseo de Maria Agustin; da qui, attraversando Paseo de la Independencia giungiamo nel centro storico, dove abbiamo prenotato l'hotel, praticamente in Plaza del Pilar.


Saragozza si gira tranquillamente a piedi, soprattutto è molto piacevole passeggiare per il dedalo di viuzze che formano la parte più vecchia della città. Durante il giorno è molto tranquilla, mentre la sera in strada si riversano tanti giovani, con i loro piattini e bicchierini chiacchierano allegramente.


La piazza principale è enorme e al centro, di fianco alla cattedrale era stata posta una statua della Vergine con ai suoi piedi centinaia di fiori e offerte. Ma la visione migliore della cattedrale si ha dall'altra parte del fiume, dove risaltano le sue stupende torri di sapore moresco e la sua struttura imponente.
Girando per la città abbiamo scoperto tanti angolini caratteristici, il bel mercato ricco di colori e profumi e diverse piazzette improvvise e tranquille. Spostandosi verso ovest si trova il Parque de la Aljeferia con un bel castello.


Sempre in centro, percorrendo tutta plaza del Pilar e girando a destra in avenida de Cesar Augusto, si trova il Mercado Central che vale assolutamente una visita per respirare la vita quotidiana e i profumi della gente di Saragozza.


La sensazione che trasmette la città allontanandosi dal centro è di povertà e degrado, contrapposta ad alcune zone molto moderne e ben tenute, in linea di massima sembra una città in crescita ma che ancora non possiede i mezzi per farlo... tutto questo fino all'Expo!


Visitare l'Expo è stata una vera rivelazione! Scarpiniamo lungo il fiume per una mezz'ora buona, accompagnati da un panorama piacevole e da alcuni intermezzi divertenti, tipo le rane che ci tengono compagnia. Ma giungere a quel cimitero di strutture in cui si è trasformato un grande evento è stato molto deludente.
Tutto il complesso è transennato e lasciato in balia degli eventi. Solo l'edificio dell'acquario è ancora funzionante.


Il resto rimane in attesa di non si sa cosa. Rispetto alle previsioni ottimistiche l'Expo di Zaragoza non ha dato i frutti sperati, meno visitatori di quanto ci si aspettasse e molti edifici sono rimasti invenduti. Per questo evento sono stati spesi tantissimi soldi, soldi cavati a una popolazione che vive in case fatiscenti e desolate che forse avrebbe avuto bisogno di altro per risollevare la propria condizione.
Mi auguro che a Milano non succeda lo stesso!

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