Artravelling: 01/09/08 - 01/10/08

martedì 30 settembre 2008

Lumaconi ripieni di carne...


I lumaconi sono una pasta grossa, con un bell'incavo accogliente, tipo conchiglie ma ruvide, adattissime a raccogliere il ragù.



Ingredienti per due

180g di lumaconi
150g di carne di manzo macinata
30g di pancetta dolce a dadini
olio extravergine d'oliva
dieci pomodorini ciliegia
mezza carota
mezzo sedano
un quarto di cipolla
mezzo bicchiere di chianti
mezzo dado
erba cipollina fresca


Preparazione

Tritare finemente le verdure in modo da avere un bel composto omogeneo per il soffritto. Se si ha tempo se ne può preparare una bella qualtità e surgelare quello che non si usa. Far rosolare per tre/quattro minuti le verdure nell'olio facendo attenzione che non scuriscano troppo. Aggiungere la pancetta e lasciar insaporire per almeno cinque minuti.
Unire la carne macinata e lasciarla insaporire. Quando sarà ben scura aggiungere il mezzo dado e dopo qualche minuto il bicchiere di vino. Lasciar cuocere tutto a fuoco dolce per mezz'ora. Scottare i pomodorini per 3minuti in acqua bollente, scolarli ed eliminarne la pelle. Unire i pomodori alla carne e lasciar sul fuoco ancora dieci minuti. Il ragù, grazie alla pancetta, non ha bisogno di agginte di sale o altri sapori.
Nel caso i pomodorini non siano troppo maturi, quindi un pò acidi, aggiungere una punta di zucchero. Cuocere i lumaconi in abbondante acqua salata, scolandoli al dente. In una pirofila unire i lumaconi al ragù, spezzettandoci sopra un pò di erba cipollina, coprirla con un foglio di carta alluminio e passare in forno una decina di minuti. Servire caldi magari accompagnati dal resto del Chianti.

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lunedì 29 settembre 2008

Ancora laghi??? Locarno e Bellinzona

Innanzitutto comincio col dire che se per entrare in un paese devi pagare sull'unghia €30 per fare 20km di autostrada a due corsie dovrebbero come minimo darti la cittadinanza onoraria... tanto l'italiano già lo so parlare... Mi rincuora pensare che ho risparmiato circa €20 facendo benzina nella prima shell in entrata a Bellinzona, che ha in assoluto i prezzi più convenienti di tutta la valle.


Ma iniziamo dal principio, cioè dal detto non c'è due senza tre: così, rispettosi dei detti popolari, partiamo per Locarno, sulla punta estrema nord del lago Maggiore. A 115km da Milano, seguendo prima la Milano Laghi, tenendo la destra verso Como, sorbendosi la coda per un incidente, proseguendo per Chiasso, sorbendosi la coda per la dogana, dove alla suddetta una simpatica signorina tipo Hulk vi rapinerà, infine verso Lugano-Locarno e si parcheggia.



La città è carina, colorata, ma sembra di stare in Italia. E' comunque più pulita e guardandosi intorno sembrano tutti pieni di soldi. La pizza costa 13franchi, mentre la mezza pizza 9(!?!). Ad ogni angolo spunta un McDonald's e un profumino di fritto si diffonde allegramente nell'aria mentre si passeggia tra le gioiellerie, le pasticcerie e i negozi di abbigliamento.


Arrivando nella piazza principale conviene entrare nelle viuzze che vanno verso la collina, sono colorate e piene di bancarelle e ristorantini nascosti in cortili dove regna una sensazione di pace e tranquillità.

A Locarno c'è anche un bel castelletto, o almeno credo.



Scappati da questo piccolo paradiso dopo solo un'ora di parchimetro ci siamo diretti, diciamolo, con un pò di malavoglia verso Bellinzona. La strada che collega le due città è piena di rotonde che rallentano il già congestionato traffico domenicale, dovuto anche alla presenza di autovelox, che servono solo per gli stranieri visto che se dici a uno svizzero di andare a 80km/ora va a 75!



La città di Bellinzona, o meglio la città dei Castelli di Bellinzona, è stata una vera scoperta. Parcheggiamo proprio sotto il castello più grande, che permette il giro della città senza fare duecento km come a Locarno. Camminando per la via principale si raggiunge un vicoletto che porta all'ingresso del castello, un futuristico corridoio scavato nella roccia con un comodo ascensore che porta direttamente nella piazzetta pricipale. Il panorama è davvero suggestivo.



Bellinzona è la capitale del Canton Ticino. I suoi tre castelli, le sue fortificazioni e la sua cinta muraria sono stati iscritti nel 2000 nella lista del patrimonio dell'umanità stilata dall'UNESCO. I tre castelli sono Castelgrande, il Castello di Montebello e il Castello di Sasso Corbaro. Visitare l'interno di tutti e tre i castelli costa 10Franchi.



Si fa tardi e per paura di trovare il traffico dell'andata in fase di rientro, riprendiamo la macchina. A malincuore, devo dirlo, lasciamo questo posto ricco di fascino, ripromettendoci di tornarci fosse solo per riutilizzare di nuovo quel fottuto talloncino dell'autostrada!

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martedì 23 settembre 2008

Strangolapreti Trentini

Gli strangolapreti sono una buonissima versione trentina degli gnocchi classici e hanno come base il pane al posto della farina (anche se un pò se ne usa sempre). In realtà di strangolapreti o strozzapreti ne esistono di tantissimi tipi molto diversi a seconda della regione di origine. Il punto in comune che hanno queste paste così diverse è fare la pelle al prete... infatti il nome deriva nel caso della pasta lunga dalle stringhe utilizzate dagli anarchici per strangolare i preti; nel caso degli gnocchi è l'augurio che possano chiudere le loro gole abituate a trattarsi bene.



Nella cucina altoatesina gli strangolapreti sono chiamati Spätzle.
Nella cucina trentina gli strangolapreti sono gnocchi di pane raffermo, spinaci, uova e grana trentino, serviti con burro fuso e salvia.
Nella cucina milanese e lariana si aggiunge anche del formaggio morbido.
Nella cucina romagnola si definiscono strozzapreti delle paste lavorate a mano.
Nella cucina umbra con il termine strozzapreti o strangozzi si intende una pasta lunga a sezione quadrata fatta di acqua e farina.
Nella cucina laziale, gli strozzapreti sono spaghettoni tirati a mano.
Nella citta de L'Aquila, gli strangolapreti sono dei grossi cordoni impastati con il grano duro lunghi circa 20 cm.
Nella cucina salentina, col termine strangulaprevati si intendono invece degli gnocchi di patate.
Nella cucina calabrese, gli strangugiapreviti sono gnocchetti di farina, uova e sale che nella tradizione nicastrese sono il piatto del martedì grasso. (Wiki docet)


Ingredienti per due persone

200g di spinaci (anche surgelati)
un panino raffermo
1/4l di latte tiepido
un cucchiaio di farina
un uovo

burro&salvia
sale&pepe
formaggio grana


Preparazione

Far saltare gli spinaci scongelati in una padella antiaderente in modo che perdano tutta l'acqua, magari con mezza cipolla tagliata grossa che va eliminata prima di frullarli. Far ammorbidire il panino con il latte tiepido, sminuzzarlo e aggingere le uova, la farina, un poco di sale e mescolare bene.
Amalgamare tutti gli ingredienti nel mixer. Infarinare il piano di lavoro e con il composto risultato formare gnocchi di dimensione di una noce, poco più grossi di un boccone, lasciarli riposare qualche minuto e lessarli in abbondante acqua salata. Nel caso l'impasto sia molto consistente lasciar cuocere gli strozzapreti qualche minuto, anche dopo che sono venuti a galla. Condire con burro e salvia, spolverando abbondante formaggio grana.

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lunedì 22 settembre 2008

Stresa e l'Isola Bella

Visto che anche questo week end presentava condizioni metereologiche simili al precedente abbiamo deciso di replicare l'esperienza ed andare ancora al lago. Questa volta la scelta è caduta sul lago maggiore e l'isola Bella. La strada è identica a quella per raggiungere il lago d'Orta e anche la distanza... Invece di uscire ad Arona si prosegue fino a Carpugnino, 84km e zac!


Dopo una stretta strada a tornanti si raggiunge Stresa, città, come dire, na schifezza. L'unica cosa carina è la passeggiata lungo il lago con la vista perfetta sulle tre isole: Isola Bella, Isola dei Pescatori e Isola Madre.


Sconsigliamo vivamente di prendere il traghetto a Stresa ma di fare quattro passi lungo la passeggiata e raggiungere Carciano, si spende meno della metà di biglietto del traghetto. Da qui partono battelli comunali che fanno il giro delle tre isole. Traghetto solo Isola Bella € 3.50 andata e ritorno.


E' possibile lascire la macchina sulla strada principale di Stresa senza pagare nulla; il parcheggio vicino ai battelli invece è a pagamento. Visto che il tempo era quello che era, decidiamo di vedere il giardino botanico dell'Isola Madre la primavera prossima e di girarci invece il palazzo dell'Isola Bella.




Le tre Isole sono proprietà dei Borromeo, nobile e antica famiglia, che ha pensato bene di costruire un bel palazzone barocco sull'Isola Bella ed abbellirlo con un sontuoso e kitchissimo giardino pieno di statue e conchiglioni di pietra. Ora, sono gusti, ma rovinare una vista a 360gradi su uno spendido lago per metterci statue di nettuno ovunque non mi pare una grande idea, anche perchè siamo al lago, mica al mare.





Comunque il palazzo è sontuoso e ben conservato e i giardini sono pieni di fiori stupendi e pavoni bianchi che scorazzano. Tutto sommato la passeggiata è davvero piacevole e la vista incantevole.




Il paesino intorno al palazzo Borromeo è vivo e pieno di colori. Tanti ristorantini offrono prodotti tipici.




Tornando verso casa abbiamo dato un'occhiata a Baveno, a 3km da Stresa. Il paesino è decisamente più carino e pittoresco.




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domenica 21 settembre 2008

Croissant salato con bietoline e salmone

Sono settimane che ho voglia di preparare dei croissant (dolci), ho letto molte ricette di vari blog, ma ancora non ho il coraggio di provare. Per ora mi consolo con questo antipastino, veloce e gustoso, che comunque almeno nella forma ricorda il croissant.


Ingredienti per 8 croissant

Un rotolo di pasta sfoglia rotondo
150g di filetto di salmone
150g di bietoline surgelate
tre cucchiai di salsa di soia
una manciata di semi di sesamo
due cucchiai di olio evo
sale e pepe

Preparazione

Far saltare in una padella con l'olio e la salsa di soia le biete ancora surgelate (aggiungendo un cucchiaio di acqua se serve) coprendole con un coperchio. Quando sono quasi pronte aggiungere il salmone tagliato a pezzetti, salando e pepando, amalgamandolo alle verdure finchè non è cotto e ben asciutto. Lasciarlo raffreddare per mezz'oretta. Con una forchetta schiacciare i pezzi di salmone e le biete in modo che il composto risulti più fine ma che i sapori non si fondano troppo.
Dividere la pasta sfoglia in otto parti e sul lato esterno mettere un paio di cucchiaini di ripieno. Partendo dall'esterno, avvolgere la pasta verso l'interno lasciando la punta verso l'altro, formando un piccolo croissant. Chiudere con una forchetta i due lati che restano aperti in modo che il ripieno non scappi durante la cottura. Spennellare con il tuorlo d'uovo e spolverare con i semi di sesamo.
Infornare a 200° per dieci minuti, fino a doratura. Si possono mangiare anche freddi il giorno dopo.

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sabato 20 settembre 2008

La Parmigiana

Si fa presto a dire parmigiana! Ho sempre pensato che la parmigiana fosse di origini emiliane o giù di lì; non è che il nome aiuti più di tanto. E a me le melanzane neanche piacciono, quindi potevo anche continuare a vivere nell'ignoranza. Ma il desiderio di provare la ricetta mi ha fatto approfondire la questione... la parmigiana di melanzane (o melanzane alla parmigiana) è un piatto tipico delle tradizioni culinarie della Sicilia, diffuso in tutto il sud ed in particolare nella cucina napoletata. Questo sformato di melanzane, affine per tipo di cottura e ingrediente principale alla greca moussaka.




Ingredienti per 2 persone

1 melanzana grande
150g di mozzarella per pizza
50g di fontina
1 spicchio d'aglio
100g pomodori
2 acciuga (facoltativo)
olio extravergine d'oliva
parmigiano reggiano
sale e pepe


Preparazione

Per la scelta della melanzana, l'ideale è quella grande, ovale, di colore viola lucido che al tatto non deve risultare ne troppo dura ne tropo molle ma deve avere la giusta consistenza. Affettare la melanzana molto sottile, salarla e lasciarla riposare per 20 minuti in modo che perda l'acqua; sciacquare le fette e asciugarle. Far dorare le fette in olio d'oliva ben caldo, passarle di volta in volta sulla carta assorbente.




Preparare il sugo di pomodoro con due cucchiai di olio d'oliva, l'aglio, l'acciuga e il pomodoro tritato fine, lasciandolo cuocere per almeno un quarto d'ora. Quando il sugo sarà pronto foderare una teglia con la carta forno, preparare una piramide fatta con una fetta di melanzana, un cucchiaio di pomodoro, una fetta di mozzarella e così via finchè non sarà dell'altezza desiderata. Inforcare con uno stuzziacadenti e infornare a fuoco moderato per un quarto d'ora, finchè il formaggio non sarà ben sciolto. Servire caldo.
Il gusto è ottimo ma una volta mangiata abbiamo trovato che sarebbe stato meglio togliere la buccia alla melanzana prima di cuocerla perchè risultava troppo dura e amarognola, sera pour la prochaine...

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venerdì 19 settembre 2008

Seppie e Totani alla Griglia

Il gusto di questo piatto mi ricorda quello che ho divorato per giorni in un ristorantino sul porticciolo dei pescatori di Pola, in Croazia, dove al tramonto ti servivano piattoni di totani alla brace per poche lire. Non ho neanche una foto di quel viaggio, ma è incredibile quanto un sapore possa far affiorare perfettamente immagini e ricordi lontanissimi.


Ingredienti

300g di seppie (solo le teste)
100g di totani (solo le teste)

200g di patate da forno
qualche fiocchetto di burro
un ramo di rosmarino
una foglia di alloro
sale

un pomodoro maturo piccolo
qualche foglia di basilico
uno scalogno
1/4 di aglio
olio evo quanto basta
un cucchiaino di olio al peperoncino
sale

Preparazione

Lavare bene le patatine da forno e posizionarle intere in un cartoccio di carta d'alluminio. Aggiungere qualche fiocchetto di burro, il ramo di rosmarino a metà, la foglia d'alloro e salare. Chiudere il cartoccio e mettere in forno a 200° per mezz'ora. Aprire il cartoccio e posizionarlo sotto il grill e far dorare la superficie delle papate finché risulta croccante.

Tagliare le seppie a metà per il lungo e poi ancora a metà. Con un coltello affilato incidere la parte esterna con tagli superficiali paralleli prima in un senso poi nell'altro in modo da formare piccoli rombi.
Incidere i totani lungo la spina dorsale in modo da eliminarla completamente e aprirli a ventaglio.
Scaldare molto bene la griglia. Cuocere prima le seppie per cinque minuti per parte, prima dal lato interno (dove non ci sono i rombi) in modo che si formino le classiche striscie scure, poi da quello esterno. Aiutarsi con una spatola a mantenerli distesi. Alla fine cuocere i totani ma solo per un paio di minuti.


Tagliare a coltello lo scalogno, l'aglio, il basilico e il pomodoro molto finemente. Se non piace la buccia del pomodoro si può incidere la parte del picciolo e sbollentarlo in acqua bollente per un minuto. In una ciotola unire gli ingredienti con l'olio e il sale e mixare il tutto con il mix ad immersione, molto grossolanamente. Ideale anche per fare scarpetta con una baguette croccante.

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giovedì 18 settembre 2008

Cocktail di Voulevant

Voul-au-vent, voulevant, bouchées à la reine, ragou, tanti nomi per indicare tutti una stessa pietanza, inventata nel settecento da un cuoco francese. Si possono acquistare già pronti, surgelati o farsi in casa con pasta sfoglia pronta. Io li adoro per la loro friabilità e duttilità, si possono riempire con qualsiasi cosa, dolce o salato, anche se danno il loro meglio serviti bollenti con champignons alla panna.

Ingredenti

4 Voulevant (o un rotolo di pasta sfoglia)
un tuorlo d'uovo
salsa cocktail (salsa rosa)
8 gamberoni
olio d'oliva extravergine
sale, pepe

Preparazione

Se si opta per la versione surgelata, non scongelarli, spennellare il tuorlo d'uovo solo sul bordo e metterli subito in forno per circa un quarto d'ora. Se si vuole invece personalizzare la forma prendere la pasta sfoglia e, aiutandosi con un bicchiere, tagliare il doppio dei tondi rispetto al numero dei voulevant che si vogliono fare. In questo caso otto tondi. A quattro di questi, usando un bicchiere più piccolo, ripetere l'operazione per ottenere una specie di ciambella che servità da corona soprapponendola al tondo pieno. Spennellare di tuorlo d'uovo e infornare a 200°. La giusta temperatura del forno è indispensabile, e non vanno disturbati per tutta la durata della cottura se no si ammosciano. Chiaramente tante più corone si mettono sui tondi tanto più alti vengono.




Introducendo nel foro centrale una palletta di stagnola da forno (ben centrata e di diamentro più piccolo del foro stesso un paio di mm di diametro in meno in modo che non venga inglobata dalla sfoglia che gonfia) evita che si gonfi il centro.
Per il ripieno, far saltare i gamberoni sgusciati con un paio di cucchiai di olio e insaporiti con il pepe. Lasciar raffreddare sia i gamberoni che i voulevant per qualche minuto. Riempirli di salsa cocktail e posizionare i gamberoni con la coda all'esterno. Servire tiepidi.




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mercoledì 17 settembre 2008

La SpaghettoPazzia dal film *Hancock*

Essendo grande appassionata di cucina italiana (spagnola, giapponese, austriaca, etiope...) pensavo che l'idea degli americani di mischiare cose a caso trovate in frigo fosse un abominio... invece mi devo ricredere soprattutto dopo aver provato. La ricetta della "SpaghettoPazzia" è tratta dal film Hancock e rapprensenta un momento di comunione e divertimento familiare trasformata poi in tradizione.



Ingredienti

160g di spaghetti
100g di passata di pomodoro
un aglio
mezzo dado
100g di carne di manzo macinata
70g di parmigiano grattuggiato
30g di prosciutto crudo
30g di pangrattato
un uovo
olio extravergine d'oliva qb
sale e pepe

Preparazione

Per prima cosa versare in una padella tre cucchiai di olio con l'aglio e lasciar insaporire a fiamma bassa. Aggiungere il pomodoro e lasciar cuocere per almeno venti minuti aggiungendo il dado a metà cottura e, se necessario, un cucchiaio di acqua. Se la qualità del pomodoro è un pò acida aggiungere una punta di zucchero. Preparare le frittelle amalgamando la carne, l'uovo, il parmigiano, il prosciutto crudo frullato grossolanamente, sale e pepe.


Preparare un piatto piano stendendoci il pangrattato. Quando l'impasto sarà ben omogeneo, formare delle palline e impannarle con il pangrattato. Lasciarle riposare il frigo per dieci minuti prima di friggerle in abbondante olio di semi caldissimo. Cuocere la pasta, condirla con il pomodoro, aggiungere le polpette (almeno tre per ogni piatto) e spolverare di parmigiano e un giro di olio d'oliva.

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martedì 16 settembre 2008

Gita al Lago: Isola di San Giulio

A 85km da Milano, autostrada A26 uscita Arona, si trova il lago d'Orta, un piccolo gioiello, incastonato tra le colline, al centro di un romantico paesaggio. Il pittoresco paesino di Orta San Giulio si trova sulla riva orientale del lago, da qui si gode la visione dell'isola di San Giulio. Alle sue spalle, su un'altura, sorge il complesso religioso del Sacro Monte dedicato a San Francesco.


Abbiamo deciso all'improvviso di dedicare a questo luogo una gita fuori porta, merito soprattutto il tempo minaccioso di pioggia che prometteva una visita "TouristFree". La strada per arrivarci è veramente bella e comoda, tutta in mezzo al verde, ti fa sentire subito lontano dalla città. Grazie allo sciopero dei casallanti non abbiamo neanche pagato il pedeggio dell'autostrada, tranne per il tratto della A26 alla cifra irrisoria di €2.20.



Appena arrivati in paese, alla destra di un kitchissimo hotel arabeggiante, si trovano i parcheggi a pagamento, ma conviene proseguire perchè si può arrivare con la macchina fino all'inizio vero e proprio della passeggiata e trovare comunque da parcheggiare. I costi sono €1.50 all'ora, con l'optione di €8 per tutto il giorno. Comunque in tre ore si visita tutto comodamente.


Orta San Giulio è molto grazioso e colorato, con le sue viette che finiscono nel lago, scorci pittori, romantico moli con salici piangenti che mollemente sfiorano l'acqua. Nella via principale ci sono tanti negozietti di souvenirs, per fortuna non le solite katane, e alimentari che propongono prodotti tipici.



Il paese offre una mostra di alcune opere di Pomodoro, che si possono ammirare passeggiando per le sue viuzze, e una mostra di Chagall (a pagamento) a Palazzo Penati Ubertini. Ad essere esposta è la collezione completa delle 96 incisioni (acqueforti e acquetinte) illustranti il romanzo Le anime morte di Gogol. La mostra sarà aperta al pubblico fino al 16 Novembre.


Arrivati sulla piazza principale, sulla destra, si trovano le fermate dei traghetti per l'isola di San Giulio. Sono veri e propri bus, per il trasporto di un massimo di 20 persone, servizio pubblico al modico prezzo di €4 andata e ritorno.


Non c'è folla, ne prendiamo al volo uno e in cinque minuti siamo sull'isola. L'isola è situata quasi in mezzo al lago e ospita una basilica romanica fondata, secondo la leggenda, nel 390 da San Giulio.



Si gira tutta in una mezz'oretta, seguendo il percorso dell'unica via che segue il perimetro completo intorno alla basilica... la via della meditazione. La strada è stretta, in pietra grezza, molto suggestiva, soprattutto quando si aprono gli scorci sul lago.



Finito il giro torniamo in paese dove facciamo una bella spesina di prodotti tipici prima di riprendere la macchina, pasta colorata e salame!

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